BUONE MANIERENella grande cucina del ranch Betulla Bianca, Venusia stava finendo di rigovernare dopo un pranzo non molto tranquillo e soprattutto per lei, tutt’altro che piacevole.
Mentre finiva di asciugare gli ultimi piatti e bicchieri, il suo sguardo, tra l’apatico, l’assente e il malinconico, abbracciò tutta la stanza e, dopo un rapido inventario, si accorse che era ancora ben lontana dal finire di rassettare per dare almeno un’impronta di decenza a tutto l’ambiente.
Il tavolo era coperto dalla tovaglia tutta sporca e stropicciata con sopra avanzi di cibo, il pavimento denunciava la presenza di grosse e sporche impronte di scarpe maschili; pozzanghere qua e là di acqua e altre bevande, completavano questo quadro desolante.
Era rimasta sola in casa, gli ospiti se ne erano andati via tutti, non che fossero molti a dire il vero, solo due, ma c’era da chiedersi come avrebbero ridotto la casa se fossero stati cinque o sei.
Svolgeva il suo lavoro lentamente, non tanto per una stanchezza fisica, quanto morale, perché quei suoi due ospiti avevano davvero passato ogni limite. Si passò una mano sugli occhi quasi a voler scacciare via i pensieri, per un istante si velarono di lacrime, poi dalla finestra, vide suo padre arrivare di corsa a cavallo.
“Sono tornato, Venusia!” gridò Rigel, scendendo dall’animale in corsa prendendo bene la mira stavolta, quindi senza cadere e si precipitò in casa tutto allegro e contento.
“Eccomi qua, sono tornato prima del previsto e credo di avere fatto un ottimo affare. Ho appena acquistato una partita di puledri purosangue ad un prezzo favoloso, ho anche trovato un nuovo cliente che vuole il nostro latte, poi ho visto il nostro vicino, ho incontrato…”
Continuò a parlare per alcuni minuti, alla fine si decise a guardare in faccia la figlia, perché ancora non gli aveva rivolto la parola e, solo in quell’istante, l’espressione del suo viso lo colpì e addolorò senza spiegarsene il motivo.
“Venusia! Che hai? Ti è successo qualcosa di spiacevole, parla ti prego!”
La ragazza, lasciati a loro stessi piatti e bicchieri, si abbandonò sullo sgabello come priva di forze e, tenendo lo sguardo fisso a terra, si decise a parlare.
“Oggi, qui a pranzo, sono venuti Alcor e Banta, ricordi che già erano stati invitati?”
“Sicuro, io stesso avevo detto loro di fermarsi, anche perché la tua cucina è davvero insuperabile!”
Quelle parole parevano aver rotto gli argini, perché improvvisamente Venusia scoppiò in un pianto dirotto.
Rigel era senza parole: cosa poteva essere successo durante quelle ore? Il ranch era tutto in ordine, gli animali tranquilli, Mizar l’aveva appena visto...
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